La Santa Croce e Santo Stefano
I
culti della Santa Croce e di Santo Stefano sono
utilizzati in sostituzione di quello anconetano di San Ciriaco che in
epoca alto medievale subisce una sorta di “damnatio memoriae” ed
è verosimile che anche il culto di San Quirico venga impiegato allo
stesso scopo. Infatti, stranamente, a
differenza dei patroni di Ravenna e Fano, nelle Marche non si hanno
notizie di una devozione a San Ciriaco, il patrono di Ancona le cui
reliquie giunsero nel capoluogo marchigiano nel 418; ciò è
sorprendente anche perché Ancona è stata un'antica città
greco-romana, la quinta repubblica marinara e il porto più
importante dell'Adriatico nel Medioevo dopo Venezia, ma prima di
giungere a conclusioni affrettate è bene esaminare attentamente la
figura di San Ciriaco. Secondo
un testo agiografico è grazie al rabbino ebreo Giuda che
l'imperatrice Elena, divenuta poi Sant'Elena, riesce a trovare il
luogo in cui era stata sepolta la croce di Gesù. Successivamente, di
fronte al miracolo che permette di distinguere la croce santa dalle
croci dei due ladroni, il rabbino ebreo si converte assumendo il nome
di Ciriaco e divenendo di li a poco vescovo di Gerusalemme. Tale
testo venne sconfessato da papa Gelasio verso la fine del V secolo
con un decreto che ne dichiarò l'inattendibilità. Probabilmente
la vicenda di San Ciriaco va inquadrata all'interno dei pessimi
rapporti esistenti tra il papato e gli imperatori bizantini che
avevano la pretesa di sostituirsi all'autorità pontificia riunendo
nella loro figura sia il potere temporale che quello spirituale.
Chiaramente un atteggiamento del genere, tipico dei precedenti
imperatori romani, non poteva essere accettato dal Santo Padre.
Quindi non è da escludere che la vicinanza del patrono di Ancona
all'imperatrice Elena, la madre di Costantino, e, di conseguenza,
agli imperatori bizantini, fosse ritenuta sospetta e preoccupante dal
papa così tanto da indurlo all'emissione del decreto citato.
Nonostante tale provvedimento, che sicuramente impedì la diffusione
del culto di San Ciriaco, Ancona è stata sempre molto legata al
proprio patrono; una tradizione locale vuole che Ciriaco sia stato
anche vescovo della città. Rimane
ora da capire come si sia potuta superare questa difficoltà. In
particolare si può ipotizzare che da Ancona si siano diffusi altri
culti, anche in considerazione del fatto che nella vicenda di San
Ciriaco si individuano diverse figure sante come Sant'Elena, ma
soprattutto la Santa Croce e Santo Stefano; quest'ultimo, oltre ad
essere oggetto di una grande venerazione ad Ancona, sarebbe, sulla
base di una “Chronaca” locale del 1492, fratello di San Ciriaco. Non
è da escludere che pure la devozione di San Quirico si sia diffusa dal capoluogo come sembra
trasparire da alcune località marchigiane (Serra San Quirico,
Lapedona e Altidona) e istriane (Visignano, l'attuale Visnjan).
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